"E' proprio dei giovani come voi essere affascinati da stregoni e sortilegi, e pensare che a essi sia riservato il privilegio di donare la fortuna e cambiare la vita.Ma esistono altre persone che compiono miracoli e prodigi, nascoste negli angoli della città e della storia.
Se vedi uno stregone con un copricapo di piume di orokoko che cammina sopra i tetti, fa volare le edicole e fa cadere polvere d'oro sui passanti, può darsi che la tua vita stia per cambiare, ma molto più probabilmente stai vedendo un video musicale.
Se vedi una persona che non si rassegna alle cerimonie dei tempi, che prezioso e invisibile aiuta gli altri anche se questo non verrà raccontato in pubbliche manifestazioni, che non percorre i campi di battaglia sul bianco cavallo dell'indignazione, ma con pietà e vergogna cammina tra i feriti, ecco uno stregone....."
(Stefano Benni, "La compagnia dei celestini")

domenica 18 dicembre 2016

Sono sempre io

La cosa che mi fa troppo ridere, in riferimento al mio ultimo post, è che stasera ho fatto il DJ. Sì, proprio quello che mette la musica per tutta la sera. Beh, non proprio tutta, ma per la parte più "calda". Lo ammetto, è stata una bella soddisfazione vedere la gente ballare sulle note delle canzoni che io, e solo io, decidevo di mettere. E la cosa più bella è stata che una tipa (che non è la prima volta che vedo) mi ha ringraziato più volte per la musica che ho messo. Non che io sia un DJ fenomenale. E' solo che, se solo mi si desse la possibilità di spiegare, forse sarei una persona interessante anch'io.
E invece no, spesso ci si ferma alle apparenze, a quello che si conclude sulla base di un'idea preconcetta. Mi dico sempre che le persone che hanno avuto a che fare con me in qualche modo hanno capito (e forse apprezzato) chi sono. Ma tante, troppe, si son fermate all'apparenza. Salvo poi ringraziarmi e, forse, dirsi almeno per una serata che verrà poi dimenticata: "Quel tipo, forse, nasconde più di quanto dà a vedere". Il tempo di una serata dimenticata, appunto. Ma, nel mio piccolo, tanto basta (forse).

https://www.youtube.com/watch?v=HoMzLLWNV1g

domenica 11 dicembre 2016

RAS LE BOL

Sinceramente mi sono veramente rotto le palle.

Sono sempre stato intimamente solitario, do confidenza a pochi ma non disdegno completamente la vita sociale. Eppure mi trovo sempre più spesso nelle stesse situazioni: persone che giudicano (apertamente, senza celarsi nel segreto di un pre-giudizio affrettato) sulla base di un gesto, di una frase senza minimamente contestualizzare, coglierne il senso e le ragioni. Mi trovo a discutere con persone che non hanno capacità di astrazione e quindi di giudizio, che guardano al dito quando indico la luna e che mi accusano, poi, di stupidità o di banalità.

Più cerco di trovare basi comuni ad una discussione, meno riesco a "piacere" alla gente. E allora, con lo stesso pregiudizio, vi dico che non mi interessa più discutere, scambiare opinioni. Si dice che è un processo di arricchimento reciproco: lo è se da le due parti c'è volontà di venirsi incontro, altrimenti rimane un puntare il dito contro lo stolto. E allora che stolto sia, ma solitario.

giovedì 3 novembre 2016

RICORDI POTENTI

Scrivendo una mail ho appena avuto un ricordo di quelli potenti, abbaglianti. Mi sono rivisto quindicenne, in piscina : dopo il mio primo anno di pallanuoto la squadra rifondata ripartiva da zero, con nuova gente, nuovi giocatori, nuovo allenatore. Ho rivisto la strada che abbiamo fatto insieme, quello che ho imparato, quello che mi ha insegnato questo sport. Non sarei la persona che sono senza quel periodo.

Adesso questi ricordi di quasi quindi anni fa fanno parte della storia, delle foto ricordo. Ma io non dimentico quei momenti, non dimentico quelle partite, non dimentico quelle persone. I successi, le sconfitte, i tonfi ed i trionfi. La vita ci porta in posti che non avremmo mai pensato, le dinamiche sociali sono sempre più complesse. Ma quei ricordi mi seguiranno sempre, ovunque io andrò. Di questo non dubitatene mai.


mercoledì 12 ottobre 2016

SIAMO SOOOOOLI

Siamo soli, cantava il buon vecchio Vasco. Ecco si, sono solo. Mi sento solo, nonostante abbia colleghi, amici e famigliari con cui parlare. Mi senti profondamente solo. Forse perché mi piacerebbe sequestrare qualcuno e parlargli per ore di quello che mi balena in testa. Ma tutti, io compreso, sono troppo impegnati, troppo indaffarati, troppo di corsa per poter dedicare del tempo alle pippe mentali di un giovane vecchio.
E allora come sempre scrivo qui, sul mio e-diario: non perché qualcuno ascolti, né perché qualcuno legga. Solo perché, per una volta, posso prendere il mio tempo per buttare fuori qualcosa.

Leggevo ultimamente questo bell'articolo:

http://it.aleteia.org/2016/09/26/vivere-solitudine-sofferenza-opportunita-per-crescere/

E' vero, la solitudine è un'opportunità per crescere. Un mio motto di qualche successo qualche tempo fa era: "è difficilissimo vivere da soli con se stessi". Ebbene, mi sono sempre vantato di saperlo fare. So farlo, ne sono sicuro. Magari, però, qualche volta, mi piacerebbe vedere la porta che si apre quando busso.


martedì 27 settembre 2016

MACCHINA DEL TEMPO

Questo blog comincia ormai ad avere qualche annetto. Circa nove anni e mezzo fa, pubblicavo questo post:

http://vivinascosto.blogspot.fr/2007/03/gladiatori.html

In questi dieci anni (arrotondiamo per eccesso) ho preso due lauree, un dottorato di ricerca, iniziato un nuovo lavoro, abitato in pianta stabile in Italia, Stati Uniti e Francia, conosciuto persone straordinarie e perso persone che ritenevo importanti, visto alcune delle persone care lasciarci e altre arrivare... Eppure lui è sempre stato lì, e c'era già da molto tempo. La speranza di vedere il suo nome celebrato ogni benedetta domenica. Chi non è romano e romanista mai capirà queste mie parole, mai capirà quando ogni romano e romanista lo senta anche un po' suo, di sua proprietà. Perché è impossibile scindere vita e calcio, è impossibile scindere un momento della vita da una partita. Il calcio, in fondo (ma pochi lo capiscono), è nostalgia del proprio passato e illusione per il futuro.
E allora, visto che un po' sei anche mio, della mia vita, forse non dovrei stupirmi troppo di aver pianto come un bambino a vedere tutte le persone che oggi ti hanno fatto gli auguri. Perché mi guardo indietro, ripenso a questi anni insieme e mi dico che, forse, qualcosa l'hai fatto. E' un po' come la scena finale di Big Fish (altro pianto greco, ogni volta), dove ci si guarda indietro per scoprire chi si è stati. Campione, leggenda, poco importa. Per tutti noi importa solo che sei stato e che, nei nostri occhi, la tua immagine non potrà scolorire.

Auguri Capita'.


venerdì 23 settembre 2016

State attenti

Non è la prima volta che mi accade, e inizio a trovare la cosa tanto divertente quanto inquietante. L'ultima oggi, quando mi è stato chiesto: "Ma da quando segui quella pagina? No, perché non ti facevo il tipo".
Ecco, il tema di oggi è questo: le impressioni.
Una rondine non fa primavera, l'abito non fa il monaco, un'occhiato non dice nulla di una storia. Un mio amico su facebook qualche giorno fa pubblicava questa storia:

"Una bambina teneva due mele con entrambe le mani. La mamma le si avvicina e chiede alla figlioletta se le potesse dare una delle sue due mele.. La bimba rapidamente morde l'una e poi l'altra mela. La mamma sente il sorriso sul suo volto congelarsi e cerca di non rivelare la sua delusione. Ma la bambina le porge una delle due mele dicendo: tieni mammina, questa è quella più dolce."

Ecco, mi è molto piaciuta questa storia. Spesso, io per primo, tendo a giudicare sulla base di quello che vedo, e spesso mi sbaglio. Qui però il tema sono le impressioni, quindi la domanda è: che impressione faccio? Perché non ero il tipo da seguire quella pagina? Perché mi si è detto spesso in passato che mettevo in soggezione, che ero flemmatico, asociale, passivo? Non ho la risposta, ma quel minimo sindacale di narcisismo che mi è rimasto mi spinge a darmi la risposta seguente, a vedermi così:



Non sarò buono, non sarò brutto, sarò forse cattivo. Però, cavolo, che classe.
(Sono stato particolarmente prolisso, oggi. Dimenticavo, mi dicono anche questo)

martedì 23 agosto 2016

Pazza Idea

Ammetto che quando vedo la tristezza di questo blog mi viene voglia di chiuderlo una volta per tutte...

mercoledì 27 luglio 2016

I'M OUTTA TIME

No, stavolta non è la canzone degli Oasis, che pure ho propinato più e più volte. No, oggi miei cari dodici lettori e mezzo (averne meno di lui è veramente da sfigato), volevo proporvi, quasi bisbigliarvi (altrimenti non sarebbe lathe biosas) questo articolo. A volte non sono l'unico a essere fuori dal tempo.

lunedì 25 luglio 2016

Amelie Soundtrack - Yann Tiersen

Spesso le mie serate iniziano con una domanda da un milione di bigliettoni: "e mò stasera che faccio?"

Beh, era tanto tempo che non mi capitava di rispondere: ascoltare musica. La musica è la continua colonna sonora della vita di una persona, eppure spesso mi capita di viverla con sufficienza. Amélie stasera mi ha fatto riscoprire il gusto di dedicare alla musica, almeno per una sera, tutto il tempo che merita.



venerdì 15 luglio 2016

FETE NATIONALE... A OUBLIER

Ammetto che stavo guardando i fuochi d'artificio sulla Torre Eiffel ed ero ignaro di tutto... avevo un vago presentimento, dettato dal fatto che immaginavo tra me e me battute facili per farsi una sana risata su questa giornata. Di questi tempi c'è purtroppo sempre meno da ridere, mi son reso conto della tragedia appena messo piede a casa.
E in questi momenti, in cui il bilancio è ancora provvisorio ma destinato a peggiorare, sento il bisogno di parlare con qualcuno. Dove siete??

Dormono tutti, ignari. Domani mattina scopriranno il dolore al risveglio. Io vorrei parlare con qualcuno, dire che quei posti a Nizza li conosco a memoria, che l'anno scorso a maggio mangiavo al Palais de la Méditerranée, che poco tempo prima ballavo all'High Club, che giocavo a beach volley sulle spiagge che stanotte hanno accolto le vittime.

Niente, dormono tutti. E allora che tutti dormano, ignari. Domani, forse ne riparleremo. Che non si dica però, buona notte.

lunedì 30 maggio 2016

Rachmaninoff - Piano Concerto No. 2, Op. 18 (Rubinstein)

Continuando la rassegna delle schegge di divino in questo mondo (almeno per me ovviamente).

Quando ero piccolo sono cresciuto con i grandi classici della musica classica: il genio di Johan Sebastian Bach, il volto burbero di Ludwig van Beethoven ma soprattutto lui: il più grande - e inimitabile - Wolfgang Amadeus Mozart. Ancora oggi al sentire ogni singola nota di Mozart mi viene la pelle d'oca. Costrinsi i miei genitori a farsi ottocento chilometri in un giorno per arrivare fino a Salisburgo a visitare la sua casa natale...

Poi però si cresce, i gusti evolvono...beh, già il Rach3 suonato da Horowitz mi aveva abbastanza toccato. Bene, ora lo posso dire: questo è il pezzo di musica classica più bello che abbia mai sentito. Spero ovviamente di trovarne un altro un giorno che sappia emozionarmi come questo.

O forse no, mi tengo stretto questo qui.



domenica 8 maggio 2016

LA MADRE

Ammetto che dopo quell'immagine sul muro del Bataclan avevo paura ad aggiornare il blog. Qualsiasi cosa mi sembrava non degna di prendere il posto, lì in cima, di quanto avvenuto quella sera. Mi permetto oggi di aggiornarlo, con questa poesia per la Festa della Mamma. Un tocco di Divino nelle nostre vite umane.

LA MADRE
(Giuseppe Ungaretti)
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.



sabato 27 febbraio 2016

PERDONALI

Oggi, per la prima volta da quel 13 novembre, sono passato al Bataclan. Non me l'ero mai sentita, probabilmente non me la sarei mai sentita. Chi ha già provato la sensazione sconvolgente di vedere le scene di un film alla televisione per poi rendersi conto che no, non sono scene di un film ma di vita vera potrà capire la sensazione di trovarsi in quel posto. Posto che ha respirato la morte e l'atrocità inaudita. Eppure è in quella stradina ,che ha visto scene di attaccamento alla vita che poche altre volte mi era capitato di vedere, che le emozioni sono state più forti. La scritta sui muri di chi ha osato tornare su quel luogo da vincitore...
Ma soprattutto un solo pensiero, uno solo in quell'aria di morte e atrocità: Signore, perdonali. Sarò questa la mia personale eredità di una visita ancora troppo precoce.


giovedì 4 febbraio 2016

American friend

Ammetto che un po' ero emozionato, in effetti erano quasi quattro anni che non vedevo Bo... ci eravamo lasciati a Chicago nel 2012, poco diversi da come eravamo in quel 2011 durante il quale abbiamo condiviso quell'ufficio d'angolo che forse ormai neanche esiste più.
Eppure la sorpresa è stata di ritrovarsi con lo stesso piacere nel passare una giornata insieme, siamo cresciuti ora (non pensavo così tanto, me ne rendo conto solo ora...) ma non per questo ci siamo dimenticati. 
Grazie Bo, grazie per il pensiero che mi hai portato e che quasi mi ha commosso, e grazie soprattutto per essere un vero American friend.


martedì 12 gennaio 2016

SI, VIAGGIARE

Non che non mi piaccia viaggiare, a volte sono troppo pigro per farlo... comunque ho sempre pensato una cosa, il viaggio lascia sempre qualcosa, un ricordo indelebile. Cosa c'è di meglio che regalare un viaggio, una memoria che resta lì... A volta me lo chiedo ancora, e più ci penso, più mi dico che, come per tante altre cose, era esattamente la cosa giusta da fare.

Istanbul, esplosione in piazza Sultanahmet