E' così tanto tempo che non scrivo su questo blog che quasi mi sembra strano tornarci a mettere mano... eppure molti mi hanno chiesto di continuare, e allora condividerò con voi questo pensiero che mi è frullato per la testa.
Sul sito www.corriere.it del Corriere della Sera (e immagino anche sul formato carteceo che compriamo in edicola), quotidiano autorevole e punto di riferimento per un intero ceto medio, sono apparsi in questi ultimi due giorni (7/1 e 8/1) due editoriali dai titoli simili, pur nei diversi argomenti trattati:
"L’ipocrisia di chi contesta il body scanner" di Pierluigi Battista
"La fermezza e l'ipocrisia" di Angelo Panebianco
Cosa li accomuna? Un termine, ipocrisia.
L'ipocrisia di chi afferma un pensiero diverso dal loro, di chi prova a sostenere e, magari, argomentare un pensiero. Sbattere in prima pagina, in due giorni consecutivi, due editoriali (e si sa, gli editoriali sono il pensiero di menti illustri del giornale su temi d'attualità) con tali titoli (e si sa, il titolo concentra il pensiero esposto nell'articolo) non mi sembra una cosa garbata da parte di un quotidiano che afferma, nella sua pubblicità, "liberi di pensare". Ovvero, il pensiero ci rende liberi. Liberi, non ipocriti.
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