"E' proprio dei giovani come voi essere affascinati da stregoni e sortilegi, e pensare che a essi sia riservato il privilegio di donare la fortuna e cambiare la vita.Ma esistono altre persone che compiono miracoli e prodigi, nascoste negli angoli della città e della storia.
Se vedi uno stregone con un copricapo di piume di orokoko che cammina sopra i tetti, fa volare le edicole e fa cadere polvere d'oro sui passanti, può darsi che la tua vita stia per cambiare, ma molto più probabilmente stai vedendo un video musicale.
Se vedi una persona che non si rassegna alle cerimonie dei tempi, che prezioso e invisibile aiuta gli altri anche se questo non verrà raccontato in pubbliche manifestazioni, che non percorre i campi di battaglia sul bianco cavallo dell'indignazione, ma con pietà e vergogna cammina tra i feriti, ecco uno stregone....."
(Stefano Benni, "La compagnia dei celestini")

domenica 13 marzo 2011

ALONE AGAIN

Ed eccoci qui soli di nuovo. Devo ammettere che riportare Filo all'aeroporto è stato brutto, ste partenze mi stressano in maniera incredibile. Siamo stati bene sti giorni, molto bene, e soprattutto lui è riuscito a distogliermi dalle faccende che ora più delle altre mi stanno facendo ammattire la testa. La camera mi sembra troppo in ordine e troppo vuota per non capire che c'è qualcosa che non va.
L'ultima giornata del suo viaggetto qui la dovevamo passare visitando il reattorino qui dietro. Appuntamento alle dieci e un quarto non si sa dove, alle dieci siamo in zona per non vedere nessuno, e dico nessuno, nella vicinanze. Preso da un'incredibile spirito di avventura alla Indiana Jones gli dico di seguirmi dentro il building del mio ufficio, alla ricerca del passaggio segreto verso il reattore, chi lo sa, magari l'appuntamento era lì e non di fuori. La scena è stata l'ennesima da uomo di scienza (qui in veste di avventuriero) che si ritrova nei laboratori accanto al reattore, dove dubito che potevamo stare, nei quali siamo entrati per caso per poi renderci conto (Filo, io no) che la porta da dove eravamo entrati incredibilmente non si apre più. Intrappolati nella trappola per topi ho visto in quei pochi secondi:
1) Me stesso diventare l'incredibile Hulk a causa delle radiazioni
2) La sensazione di quando sono rimasto chiuso fuori dalla stanza in accappatoio bagnato
3) La scena di una cazziata epocale che mi avrebbero fatto, con tanto di botte, espulsione dal MIT e soprattutto prigionia a Guantanamo.
In preda a queste visioni, Filo mi indica che c'è una scritta per un'uscita imprecisata. La seguiamo per ritrovarci, per fortuna senza nessun allarme che suona, sui binari della ferrovia che costeggia il reattore. L'abbiamo scampata anche questa volta. E Filo ovviamente se la tajava, perchè se si dovevano inc...are qualcuno quello ero io, lui tanto partiva il giorno stesso!
Imperterriti abbiamo avuto anche il coraggio di continuare ad aspettare che arrivasse qualcuno dopo ma, continuando a rimanere da soli (in questi giorni molto spesso è successo che fossimo come la peste, dove mettiamo piede si crea il vuoto) ce ne siamo tornati in residenza dove, tra un ping pong che ho rivinto con disonore per Filo, un pranzetto leggero (non è vero, una botta) ecc ecc era già l'ora di partire per l'aeroporto.

Ora che sono solo again la sfida è continuare a fare qualcosa di quello che ho fatto con Filo, palestra, pub (con chi??), ping pong, aggiungere magari la piscina, vivere. E possibilmente non farsi sommergere ancora dalle altre cose. La storia dell'ammissione qui ancora niente, ma la prossima settimana DEVE essere quella giusta, poi c'è lo spring break e si danno tutti immagino. Per le altre cose, che dire... Ne abbiamo accennato anche con Filo, con tutte le difficoltà del caso. E' bello vedere comunque persone molto mature.
In fondo sono una persona sociale, si tratta solo di lasciarsi andare. E' quello che non riesco a fare. Tant'è.

Aggiunte al post di ieri che mi ero dimenticato:
1) Todreas mi ha proposto di correggere un paio di capitoli del suo libro versione aggiornata che pubblicherà a breve. Giancarlo e altri già lo facevano. E' un libro base per l'insegnamento nel campo nucleare, usato in tutto il mondo. Costa tipo 120$ a volume (sono 2). Per me è un grandissimo onore. Ho accettato subito, a costo di lavorarci sodo su.
2) Ieri nella metro c'era un tizio scocciato che faceva gli annunci sulle prossime fermate divertendosi a dirle in maniera divertente. Tutte le carrozze a ridere. Non capiterà mai più ma è stato bellissimo.
3) Ce n'era un'altra di cosa ma continuo a dimenticarmi. Spero che Filo mi aiuterà a ricordarlo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

la numero 3 è che siamo finiti affanculo...shallalala!!

JFK-Umass :DD

Dot ha detto...

Grande Filo, grazie.

Si, la storia è la seguente: stanchi morti dal lungo passeggiare, prendiamo la metro rossa al volo.
Alla seconda fermata (la prima era troppo vicina ancora, no?) Filo si affaccia e vede il nome della stazione "Andrews". Ma che cazzo è Andrews? Il tempo che mi affaccio pure io e il treno riparte. Doveva succedere un giorno anche questa. Siamo scesi alla fermata ancora dopo nella suburbia più completa. Stanchi morti. Almeno, quando la metro giusta è passata, c'erano tanti posti a sedere. Magra consolazione :)

Anonimo ha detto...

ahahahahahahahah!!! sti racconti di prima mattina sono sempre più esilaranti...in tutto questo per farti svagare un po' ti posto questo:
http://www.youtube.com/watch?v=pi8OfU5trN0
ed ho detto tutto!!! :):):)
dajeeeeeeeeeeeeeeeee!!!
g10