"E' proprio dei giovani come voi essere affascinati da stregoni e sortilegi, e pensare che a essi sia riservato il privilegio di donare la fortuna e cambiare la vita.Ma esistono altre persone che compiono miracoli e prodigi, nascoste negli angoli della città e della storia.
Se vedi uno stregone con un copricapo di piume di orokoko che cammina sopra i tetti, fa volare le edicole e fa cadere polvere d'oro sui passanti, può darsi che la tua vita stia per cambiare, ma molto più probabilmente stai vedendo un video musicale.
Se vedi una persona che non si rassegna alle cerimonie dei tempi, che prezioso e invisibile aiuta gli altri anche se questo non verrà raccontato in pubbliche manifestazioni, che non percorre i campi di battaglia sul bianco cavallo dell'indignazione, ma con pietà e vergogna cammina tra i feriti, ecco uno stregone....."
(Stefano Benni, "La compagnia dei celestini")

mercoledì 23 marzo 2011

PAROLE PAROLE

Ritorno a scrivere dopo qualche giorno di silenzio stampa. Forse è grazie al ritorno a Boston, mi ci voleva ritrovare quel minimo di spazi che mi ero costruito. Non è facile fare da balia ad altre persona, soprattutto quando queste persone non sono "mansuete"o "docili" che dir si vuole. A volte ho l'impressione di scoppiare. Se ne stanno accumulando un po' troppe ultimamente.

Abbiamo tra l'altro continuato la ricerca di parenti lontani della famiglia Vitillo: oggi siamo andati a Belleville, New Jersey, ma Anthony Vitello (il nome è frutto degli errori dei funzionari dell'immigrazione del tempo) non era in casa e Rebecca Anne Vitillo aveva cambiato indirizzo. Peccato, sarebbe stato strano abbracciare una persona perfettamente sconosciuta sapendo di avere chissà quale avo in comune (lo saprebbe dire mio cugino).

Oggi dopo troppi giorni ho fatto una bella chiacchierata con Piero. Lo devo ringraziare, ci voleva, anche per riordinare le idee, non è facile. Continuo a pensare, pensare, pensare, ma almeno mi sento un po' più leggero rispetto a prima. Di questi tempi non è poco.

Per il resto oggi ritorno da New York a Boston. Immagine del viaggio: un camper tipo quello di Ti presento i miei che traina una macchina. Il mondo va proprio alla rovescia.

Termino con un paio di foto che non ho potuto pubblicare da New York causa mancanza di attrezzatura. La prima spiega (un esempio fra tanti) una mia frase che avrete ritenuto un po' criptica in uno degli ultimi post. L'altro invece, è solo per quelli che si gloriano potersi far chiamare alla stessa maniera dal sottoscritto (e non sono pochi).

Ed ora, finito il piacere, sotto con il lavoro per la riunione di domani con Todreas, al rientro dopo tre settimane di assenza. Speriamo bene.

3 commenti:

Dot ha detto...

Prometto che ricomincerò anche a rispondere ai commenti

Anonimo ha detto...

ahahahahahahahah!!! paura, eh???
:):):):):):):):):):):):):):):):):)
g10

Dot ha detto...

Porca vacca, dico guarda te se non scrive più...

fiuuuuuù ;)