Oggi siamo riandati in barca a vea io e Giancarlo. In realtà spero di aver trovato un modo (seppur in parte barbaro) per avere qualche risultato interessante per la tesi. Ma la vera notizia è quando Giancarlo è tornato dalla riunione con Todreas e siamo andati al volo vestiti così come eravamo in barca.
Mentre ieri ero stato quasi unicamente crew, oggi ho fatto quasi sempre lo skipper. Devo dire che all'inizio (e non solo) avevo una paura infinita. Banalmente non sapevo reggere neanche il timone in mano. E ovviamente la barca andava come gli pareva, col rischio di virate improvvise e non volute e di conseguenti tortorate in teste. Ho imparato, piano piano, e Giancarlo in questo è riuscito a farmi superare questo gradino. Ho imparato l'importanza di tenere fisso un obiettivo con lo sguardo, che se la barca piega non è che sia necessariamente male, che se bilanciata bene si piotta na cifra. Siamo andati across the wind, controvento, col vento in poppa, in bonaccia. Abbiamo avuto tutte le condizioni possibili. Abbiamo smontato e rimontato la vela da soli, partiti e riattraccati da soli, messo la barca in mare con il buco principale stappato rischiando subito di farla affondare, ho perso il timone un paio di volte, quasi fatto il botto con gli yacht parcheggiati per una virata ritardata ma tutto sommato credo di poter dire che siamo stati bravissimi. Giancarlo in effetti è stata la sicurezza, per come ha sempre saputo cosa fare. Bello. Sapere che mi sono perlustrato con questa barchetta tutto lo spazio d'acqua tra i cosiddetti "ponti di 21" e "ponte della metro", da sotto il MIT a sotto il Prudential Center e la Hancock Tower, beh... una gran bella navigata. In fondo, difficile che ci ritorno da solo. E allora tanto vale godersela fino a quando c'è qualcuno più fomentato e meno pauroso di me. Alla fine, per essere tutto gratis, ne vale davvero la pena.
Qualche commento veloce sui referendum. Sono molto contento che si sia superato il quorum in quanto segnale di volontà di partecipazione dei cittadini e di vitalità di uno strumento di democrazia che sembrava agonizzante. I referendum erano tutti e quattro bruttissimi. Si è fatta grande demagogia sui due dell'acqua (che non sarebbe stata privatizzata), si è votato per un nucleare in moratoria e per il legittimo impedimento su cui aveva già espresso l'incostituzionalità la Corte Costituzionale. Mi sono preso insulti da più parti per aver osservato queste cose nelle ultime settimane, a testimonianza che da più parti (non da tutte, con qualcuno ho intavolato discussioni serie e interessanti) non si è votato con la testa ma con gli istinti più primitivi e barbari dell'animo umano. Quindi chiaramente sono contento se il risultato politico del referendum aiuterà a liberarci dal governo di incompetenti che ci ritroviamo. Sui temi invece non sono contento (tranne forse che sul legittimo impedimento che però, di nuovo, facilmente era inutile) in quanto penso che questo voto ci provocherà dei problemi. E allora o non ci potremo lamentare, o dovremo correggere la rotta tra qualche anno, avendo come sempre perso tempo e per poi far dire a qualcuno: "vanno contro la volontà popolare". Se si votasse più seriamente non succederebbe.
PS: credo che sia importante una testimonianza interessante. Dopo la riunione con Todreas, Todreas stesso ha chiesto a Giancarlo di spiegare la storia del referendum, come funziona e le regole del gioco, alla prestigiosa platea di un corso organizzato dal MIT sulla sicurezza nucleare. La loro risposta alla spiegazione di Giancarlo (attenzione, non sul nucleare, ma sulla modalità con cui si tiene il referendum in sè) è stata di ilarità mista a incredulità. Ovviamente non è statisticamente un campione significativo, ma forse ci considereranno repubblica delle banane anche per questo. Almeno riflettiamoci su.