Scrivo al termine di una giornata molto stancante un post che non potrò neanche pubblicare e che dovrò pubblicare colpevolemente con un giorno di ritardo. D'atronde qui in hotel non riesco a loggarmi al wifi, non è colpa mia :D
Partenza stamattina alle 6:30 da casa per andare al centro: in effetti l'appuntamento era alle 7:30, ma dovevo prendere delle cose in ufficio. Perciò alle 7:05 girovagavo già per il laboratorio come un ladro, con tutte le luci spente ed una giornata che iniziava piano piano a partire. Sono stato poco: il tempo di prendere un paio di fogli, scrivere una mail, vedere che la simulazione incredibilmente stava più avanti e più stabile di quanto avrei mai creduto, e poi ripartire. Mi chiama Christine nel frattempo: è malata, non verrà.
Con Lionel ci troviamo puntualissimi e partiamo: 4 ore di viaggio, con bel tappo a Aix e nota positiva del viaggio che non siamo mai stati in silenzio per più di 10 minuti. Arriviamo li e giusto il tempo di mangiare qualcosa per pranzo scopriamo che il pranzo era offerto dalle persone li e che abbiamo perso un'occasione storica. Nonostante tutto il nostro arrivo all'Onera è di quelli da film: neanche parcheggiamo ed una fanciulla ci chiede aiuto da una finestra al primo piano, dicendo di essere rimasta bloccata. Al chiosco di ingresso neanche facciamo in tempo a dare le nostre credenziali che già avevamo fatto partire le ricerche: era rimasta chiusa nel bagno delle ragazze, ma è stata tirata fuori. Che eroi, ragazzi.
Nella sala dove era in corso il gran buffet la storia è ancora più emozionante, visto che tutte le persone con cui ero stato in contatto (troppo sporadico) durante questi mesi prendono finalmente un volto. Primo di tutti il mio relatore, un tizio che se lo dovessi descrivere vi direi di pensare a Ursula della Sirenetta con tratti maschili. Un uomo strano, che beve e fuma, anche credo proprio che sappia il fatto suo. Quantomeno ci ha accolto in maniera gioviale: primo risultato, dopo mesi di freddezza.
Arriva poi il momento più temuto: la presentazione davanti a tutti: sul palco, microfono davanti, neanche salgo che vedo Medus... pardon, il mio relatore, che mi fa: voila, Franscescò; è la fine. E' la fine perchè quella che è stata una frase per stamparsi in testa il mio nome (visto che prima mi chiamava solo Vitigliò), è diventata per me "vedemo un po' sto cazzaro che sa fare". Se ci mettete pure che la mia è stata l'unica presentazione a cui ho assistito in inglese, beh, di sicuro non sono passato inosservato. Ci sono da dire due cose però: uno, tutti gli altri erano francesi, e allora so bono pure io a fa la presentazione in francese se sono francese, sarebbe bono pure mi fratello; due: di quello che ho detto non ci ha capito un tubo nessuno, sia perchè era in inglese, sia perchè di nucleare là non sanno nulla. Loro sono aerospaziali.
Bene, ritorno al posto a viso chinato e non lo rialzo per buoni cinque minuti, in cui ho pensato non necessariamente in quest'ordine: che schifo la presentazione, che schifo io, che schifo il lavoro che ho fatto fino ad ora, che schifo il soggetto della mia tesi, in una parola, cheschifotutto. In realtà passato il momento e sentendo altri lavori mi sono un po' reincoraggiato e adesso eccomi qui, all'incirca come al solito.
La sera, cena offerta al ristorante con: una cosa che sembrava al 100% créme brulée ma in effetti era salata, magret du canard con patata e pomodoro e dessert. Tutto molto buono, soprattutto i vini sia bianco che rosso che erano entrambi squisiti.
Torniamo in hotel stanchi morti, al termine di una giornata stancante, per scrivere un post che non potrò neanche pubblicare. Beh, per voi questo e altro. Per me, aspettiamo domani, che si preannuncia altrettanto infuocato (e infatti c'è allerta neve -.-).
1 commento:
oh vedo che il tuo famoso ottimismo colpisce ancora, eh???
ma com'è che io parlo e tu proprio...niente???? :)
coraggio mon ami! :)
g10
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