"E' proprio dei giovani come voi essere affascinati da stregoni e sortilegi, e pensare che a essi sia riservato il privilegio di donare la fortuna e cambiare la vita.Ma esistono altre persone che compiono miracoli e prodigi, nascoste negli angoli della città e della storia.
Se vedi uno stregone con un copricapo di piume di orokoko che cammina sopra i tetti, fa volare le edicole e fa cadere polvere d'oro sui passanti, può darsi che la tua vita stia per cambiare, ma molto più probabilmente stai vedendo un video musicale.
Se vedi una persona che non si rassegna alle cerimonie dei tempi, che prezioso e invisibile aiuta gli altri anche se questo non verrà raccontato in pubbliche manifestazioni, che non percorre i campi di battaglia sul bianco cavallo dell'indignazione, ma con pietà e vergogna cammina tra i feriti, ecco uno stregone....."
(Stefano Benni, "La compagnia dei celestini")

lunedì 30 maggio 2016

Rachmaninoff - Piano Concerto No. 2, Op. 18 (Rubinstein)

Continuando la rassegna delle schegge di divino in questo mondo (almeno per me ovviamente).

Quando ero piccolo sono cresciuto con i grandi classici della musica classica: il genio di Johan Sebastian Bach, il volto burbero di Ludwig van Beethoven ma soprattutto lui: il più grande - e inimitabile - Wolfgang Amadeus Mozart. Ancora oggi al sentire ogni singola nota di Mozart mi viene la pelle d'oca. Costrinsi i miei genitori a farsi ottocento chilometri in un giorno per arrivare fino a Salisburgo a visitare la sua casa natale...

Poi però si cresce, i gusti evolvono...beh, già il Rach3 suonato da Horowitz mi aveva abbastanza toccato. Bene, ora lo posso dire: questo è il pezzo di musica classica più bello che abbia mai sentito. Spero ovviamente di trovarne un altro un giorno che sappia emozionarmi come questo.

O forse no, mi tengo stretto questo qui.



domenica 8 maggio 2016

LA MADRE

Ammetto che dopo quell'immagine sul muro del Bataclan avevo paura ad aggiornare il blog. Qualsiasi cosa mi sembrava non degna di prendere il posto, lì in cima, di quanto avvenuto quella sera. Mi permetto oggi di aggiornarlo, con questa poesia per la Festa della Mamma. Un tocco di Divino nelle nostre vite umane.

LA MADRE
(Giuseppe Ungaretti)
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.