"E' proprio dei giovani come voi essere affascinati da stregoni e sortilegi, e pensare che a essi sia riservato il privilegio di donare la fortuna e cambiare la vita.Ma esistono altre persone che compiono miracoli e prodigi, nascoste negli angoli della città e della storia.
Se vedi uno stregone con un copricapo di piume di orokoko che cammina sopra i tetti, fa volare le edicole e fa cadere polvere d'oro sui passanti, può darsi che la tua vita stia per cambiare, ma molto più probabilmente stai vedendo un video musicale.
Se vedi una persona che non si rassegna alle cerimonie dei tempi, che prezioso e invisibile aiuta gli altri anche se questo non verrà raccontato in pubbliche manifestazioni, che non percorre i campi di battaglia sul bianco cavallo dell'indignazione, ma con pietà e vergogna cammina tra i feriti, ecco uno stregone....."
(Stefano Benni, "La compagnia dei celestini")

venerdì 8 gennaio 2010

LIBERAL-CHIC



E' così tanto tempo che non scrivo su questo blog che quasi mi sembra strano tornarci a mettere mano... eppure molti mi hanno chiesto di continuare, e allora condividerò con voi questo pensiero che mi è frullato per la testa.

Sul sito www.corriere.it del Corriere della Sera (e immagino anche sul formato carteceo che compriamo in edicola), quotidiano autorevole e punto di riferimento per un intero ceto medio, sono apparsi in questi ultimi due giorni (7/1 e 8/1) due editoriali dai titoli simili, pur nei diversi argomenti trattati:

"L’ipocrisia di chi contesta il body scanner" di Pierluigi Battista


"La fermezza e l'ipocrisia" di Angelo Panebianco

Cosa li accomuna? Un termine, ipocrisia.

L'ipocrisia di chi afferma un pensiero diverso dal loro, di chi prova a sostenere e, magari, argomentare un pensiero. Sbattere in prima pagina, in due giorni consecutivi, due editoriali (e si sa, gli editoriali sono il pensiero di menti illustri del giornale su temi d'attualità) con tali titoli (e si sa, il titolo concentra il pensiero esposto nell'articolo) non mi sembra una cosa garbata da parte di un quotidiano che afferma, nella sua pubblicità, "liberi di pensare". Ovvero, il pensiero ci rende liberi. Liberi, non ipocriti.

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