"E' proprio dei giovani come voi essere affascinati da stregoni e sortilegi, e pensare che a essi sia riservato il privilegio di donare la fortuna e cambiare la vita.Ma esistono altre persone che compiono miracoli e prodigi, nascoste negli angoli della città e della storia.
Se vedi uno stregone con un copricapo di piume di orokoko che cammina sopra i tetti, fa volare le edicole e fa cadere polvere d'oro sui passanti, può darsi che la tua vita stia per cambiare, ma molto più probabilmente stai vedendo un video musicale.
Se vedi una persona che non si rassegna alle cerimonie dei tempi, che prezioso e invisibile aiuta gli altri anche se questo non verrà raccontato in pubbliche manifestazioni, che non percorre i campi di battaglia sul bianco cavallo dell'indignazione, ma con pietà e vergogna cammina tra i feriti, ecco uno stregone....."
(Stefano Benni, "La compagnia dei celestini")

domenica 11 dicembre 2016

RAS LE BOL

Sinceramente mi sono veramente rotto le palle.

Sono sempre stato intimamente solitario, do confidenza a pochi ma non disdegno completamente la vita sociale. Eppure mi trovo sempre più spesso nelle stesse situazioni: persone che giudicano (apertamente, senza celarsi nel segreto di un pre-giudizio affrettato) sulla base di un gesto, di una frase senza minimamente contestualizzare, coglierne il senso e le ragioni. Mi trovo a discutere con persone che non hanno capacità di astrazione e quindi di giudizio, che guardano al dito quando indico la luna e che mi accusano, poi, di stupidità o di banalità.

Più cerco di trovare basi comuni ad una discussione, meno riesco a "piacere" alla gente. E allora, con lo stesso pregiudizio, vi dico che non mi interessa più discutere, scambiare opinioni. Si dice che è un processo di arricchimento reciproco: lo è se da le due parti c'è volontà di venirsi incontro, altrimenti rimane un puntare il dito contro lo stolto. E allora che stolto sia, ma solitario.

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