"E' proprio dei giovani come voi essere affascinati da stregoni e sortilegi, e pensare che a essi sia riservato il privilegio di donare la fortuna e cambiare la vita.Ma esistono altre persone che compiono miracoli e prodigi, nascoste negli angoli della città e della storia.
Se vedi uno stregone con un copricapo di piume di orokoko che cammina sopra i tetti, fa volare le edicole e fa cadere polvere d'oro sui passanti, può darsi che la tua vita stia per cambiare, ma molto più probabilmente stai vedendo un video musicale.
Se vedi una persona che non si rassegna alle cerimonie dei tempi, che prezioso e invisibile aiuta gli altri anche se questo non verrà raccontato in pubbliche manifestazioni, che non percorre i campi di battaglia sul bianco cavallo dell'indignazione, ma con pietà e vergogna cammina tra i feriti, ecco uno stregone....."
(Stefano Benni, "La compagnia dei celestini")

lunedì 23 gennaio 2017

PASSEGGIATA AMERICANA

Mi sono accorto negli ultimi giorni che c'è un percorso qui, da queste parti, che mi rende felice. Invece di passare per il centro commerciale, invece che passare accanto a Vapiano, invece che fare il giro per le case popolari, si passa (allungando molto) accanto alla Grande Arche per arrivare di fronte alle torri della Societé Générale.


Non so se è anche perché in questi giorni fa veramente un freddo cane, non so se c'è di mezzo il fatto che siano grattacieli (forse si, ma ce ne sono altri in zona...), fatto sta che ogni volta che ci passo ho l'impressione di camminare in una città qualunque degli Stati Uniti, a metà tra una Boston e una Charlotte. E questo mi fa bene, mi fa felice, il mio cervello (che forse non ha ancora del tutto assorbito lo shock americano, ammesso che un giorno lo riesca a gestire) è in pace. E ripenso ai giorni passati lì, rivivo le mie passeggiate notturne solitarie nel gran freddo, rivivo i pensieri di allora e li comparo a quelli di oggi. Mi rendo conto che i soggetti sono diversi, le paura sono diverse, anche i sogni forse... I punti fermi quelli no, per fortuna sono sempre gli stessi.
E allora viva questa passeggiata americana, piccolo trucco per ingannare la mente attraverso i sensi: rientro a casa felice, appagato, come quando a Boston riuscivo a camminare in posti che, pubblici, erano in realtà solo miei.

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