"E' proprio dei giovani come voi essere affascinati da stregoni e sortilegi, e pensare che a essi sia riservato il privilegio di donare la fortuna e cambiare la vita.Ma esistono altre persone che compiono miracoli e prodigi, nascoste negli angoli della città e della storia.
Se vedi uno stregone con un copricapo di piume di orokoko che cammina sopra i tetti, fa volare le edicole e fa cadere polvere d'oro sui passanti, può darsi che la tua vita stia per cambiare, ma molto più probabilmente stai vedendo un video musicale.
Se vedi una persona che non si rassegna alle cerimonie dei tempi, che prezioso e invisibile aiuta gli altri anche se questo non verrà raccontato in pubbliche manifestazioni, che non percorre i campi di battaglia sul bianco cavallo dell'indignazione, ma con pietà e vergogna cammina tra i feriti, ecco uno stregone....."
(Stefano Benni, "La compagnia dei celestini")

mercoledì 6 luglio 2011

DI TUTTO UN PO'

Siamo arrivati all'ultimo post di questa avventura. Domani sarò sull'aereo e non ho intenzione di scrivere in giornata, perciò oggi cercherò di fare, per quanto sia impossibile, un mini-bilancio di questa esperienza, per punti salienti:
1. SVEZZAMENTO: parola probabilmente non delle più delicate ma che rende bene l'idea di quel taglio alla vita in famiglia come sempre concepita. Non so dire se il processo sia completamente concluso. Di certo però questa indipendenza conquistata non mi è affatto pesata, se comparata ad altre cose. E questo credo sia il primo punto assolutamente positivo.
2. AUTOCOSCIENZA: questa già è più difficile. Volevo scrivere solitudine, ma gli viene associato un significato troppo negativo per essere la parola prescelta. Con autocoscienza invece intendo quel processo per cui, avendo tanto tempo da passare con sè stessi, ci si inizia a conoscere, a farsi compagnia, in altre parole a "bastarsi da solo". La cosa è meno banale di quanto può sembrare. Bisogna saperci fare con sè stessi. A volte siamo davvero i nostri peggiori nemici.
3. RAPPORTI UMANI: in effetti in questi mesi, nonostante i lunghi momenti passati solo con me stesso, non mi sono mai sentito veramente solo. I mezzi di comunicazione infatti mi hanno permesso di sentire sempre fissa la presenza delle persone più care: famiglia, amici, parenti e tutti coloro che hanno voluto darmi anche una voce di saluto o di incoraggiamento. In particolare la cosa straordinaria è avere avuto la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della frase che il parroco del MIT disse durante un'omelia: "How do you spell love? I spell it T-I-M-E". E' vero, l'amore, inteso come sentimento ampio e generale, lo si dimostra anche a migliaia di chilometri di distanza. Le persone importanti sono state per me sempre presenti, e sottolineo sempre, ogni qual volta avevo bisogno di un aiuto. Alcuni di loro hanno preso un aereo da soli e si sono imbarcati in un viaggio in solitario solo per venire a trovarmi. Sono cose belle, importanti. E questa è una cosa che fa bene a tutti noi, immagino, vedere che non c'è oceano che possa separare qualcosa di importante.
4. AMORE: inteso in un senso più classico, invece, è stata una costante durante questi mesi. Era facile pensare che il tempo, la distanza e le nuove conoscenze potessero in qualche modo migliorare la cosa. Al giorno d'oggi invece continuo a stare spesso lì con la testa, anche se per domandarmi il perchè di quello che mi sembra un distacco voluto. In realtà saranno mia congetture (pippe) mentali, dove soprattutto non ho nemmeno nessun titolo per intervenire. Però quando senti quella fitta allo stomaco e quella sensazione di essere di troppo, di essere troppo ingombrante per motivi imprecisati, non si può dire che la cosa sia passata.
5. STUDIO: forse avrei dovuto scriverlo prima, ma come sempre preferisco parlare di cose importanti. Mi sono fatto un bel bucio, non c'è dubbio. Weekend interi passati chiusi in stanza o in ufficio a studiare, scrivere la tesi, correggere il libro e chi più ne ha più ne metta. Le due classi seguite, le lezioni. Insomma, da questo punto di vista, nulla da dire veramente. Ma neanche ne avevamo dubbi. D'altronde lavorare con questi professori è stato un qualcosa di unico e forse irripetibile. E allora non c'è che da esserne davvero felici. Il lavoro tra l'altro mi sembra che sia stato apprezzato. E questo per me è la soddisfazione forse più grande.
6. FUTURO: pallino fisso (credo giustamente) per tanti lunghi giorni, ha visto l'ennesima scelta di una vita che sembra proporci scelte sempre più difficili. Il dottorato, che da sempre avevo scartato a priori, sarà quasi certamente il mio futuro prossimo. Vado via con la coscienza pulita di aver fatto il possibile per essere ammesso. Se i fondi non verranno trovati o, ancora più divertente, verranno trovati dopo che io ho accettato la Francia poco male: vedere ultimo punto.
7. STORIA: ripensavo l'altro giorno che sono partito con la crisi in Egitto, l'inizio della Primavera Araba. La prima volta che sono stato a Boston c'erano a Copley Square manifestanti egiziani che manifestavano contro Mubarak. Abbiamo avuto poi la crisi in Libia, il terremoto/tsunami, i referendum, solo per citare in maniera sparsa gli eventi che più hanno segnato questi mesi. Che non si può dire non lasceranno una traccia sui libri di storia dei nostri figli.
8. BLOG: un pensiero se lo merita anche lui. Una presenza quotidiana per me, per sapere che le persone care sapevano cosa stavo facendo, anche se magari non potevo sentirle a voce. Un modo per farvi partecipi, in maniera trasparente senza aver paura di scrivere, quello che mi passava per la testa. Certo, a volta avrei potuto essere più esplicito. Ma il tatto e la mia passione per un che di criptico mi hanno fatto agire diversamente. Non credo che questo tolga valore a quello che questo blog ha rappresentato. Per me sicuramente. Per voi, spero altrettanto.
9. FEDE: gli ultimi saranno i primi, e questa di sicuro doveva essere la prima. L'ho messa in fondo non per importanza, ma perchè di solito è quella che si ricorda di più. L'essere venuto qui, le preghiere per me e per tutte le persone care di questi mesi (per i loro problemi anche più banali come trovare casa fino alla loro vera felicità), un futuro che spesso è sembrato incerto e nuvoloso, sono state sempre aiutate e supportate dalla consapevolezza della Mano di Chi ci guida. E questo mi ha dato grande forza, anche nei momenti più duri. Che, altrimenti, sarebbero stati veramente veramente bui.

Ho dimenticato, ne sono sicuro, cose importantissime. D'altronde mi perdonerete: una valigia da finire, un'ora tarda che neanche voglio pronunciare, una partenza che mette emozione.
Solo un paio di ultimi pensieri: il primo, per il gruppo di Harvard, che oggi mi ha regalato due foto di tutti noi insieme. Sono straordinari e pazzi, mi mancheranno.
Il secondo: come tutte le cose che hanno avuto un'importanza capitale e che poi in parte la perdono, non toccherò questo blog per un po'. Ho bisogno di smaltire l'emozione che le cose scritte in questi 5 mesi mi provocheranno. Di sicuro, ci si potrebbe scrivere un libro. Sarebbe bellissimo. Poi lo comprerei solo io, ma questa è un'altra storia. E (come diceva Micheal Ende in un libro il cui titolo ben si presta a chiudere questa avventura, "La Storia Infinita") "dovrà essere raccontata un'altra volta".

3 commenti:

Filippo O. ha detto...

All good things come to an end..credo che quest'esperienza ti abbia lasciato molto e cambiato altrettanto, sarà un pezzo della tua vita che ti porterai per sempre dentro. Direi che l'hai superata alla grandissima: sei ancora vivo, alla bella lavanderina le fai una pippa e non hai subito intossicazioni alimentari varie. Ci vediamo domani/dopodomani quando arrivi, sono contento che ritorni qui (sebbene non per molto). Daje! :)

mond ha detto...

quando leggerai questo messaggio sarai già a roma. bentornato. mi ha commosso seguire la tua avventura sul blog, era una maniera per sentirti vicino. chissà quanto altro tempo senza vederci dovremo passare, sto male se penso di non stare al tuo fianco alla laurea. mi manchi moltissimo, ma vivo sapendo che nessun oceano o campagna francese ci dividerà mai.

a presto

Anonimo ha detto...

più che un romanzo o un racconto, questo blog lo definirei un capitolo importantissimo del libro della tua vita.
sei partito che eri una persona, ed ora che sei tornato sei un altro.
è qualcosa di assolutamente positivo e concreto che puoi facilmente toccare con mano.
speriamo di vederci presto, mo' quasi quasi mando un sms...:)
g10