"E' proprio dei giovani come voi essere affascinati da stregoni e sortilegi, e pensare che a essi sia riservato il privilegio di donare la fortuna e cambiare la vita.Ma esistono altre persone che compiono miracoli e prodigi, nascoste negli angoli della città e della storia.
Se vedi uno stregone con un copricapo di piume di orokoko che cammina sopra i tetti, fa volare le edicole e fa cadere polvere d'oro sui passanti, può darsi che la tua vita stia per cambiare, ma molto più probabilmente stai vedendo un video musicale.
Se vedi una persona che non si rassegna alle cerimonie dei tempi, che prezioso e invisibile aiuta gli altri anche se questo non verrà raccontato in pubbliche manifestazioni, che non percorre i campi di battaglia sul bianco cavallo dell'indignazione, ma con pietà e vergogna cammina tra i feriti, ecco uno stregone....."
(Stefano Benni, "La compagnia dei celestini")

venerdì 12 novembre 2010

LOOKING BACKWARDS

Torno ora dalla cena con i compagni delle elementari... bellissima serata, passata insieme a persone ormai diventate grandi...

E' venuto però il momento della riflessione, tornando a casa.

Due miei ex compagni di classe hanno figli. Praticamente tutti sono fidanzati/e, hanno avuto storie (anche avventurose), lavorano. Cercano di fare programmi sul futuro, prendono finanziamenti (chi può), cercano di arrivare alla fine del mese, non possono metter su famiglia anche se vorrebbero, coltivano i propri interessi (canto, calcetto ecc). Insomma, gli psicologi li chiamerebbero giovani-adulti.

Io in questi anni ho studiato. Studiato tanto, credo anche bene. Vedo il mondo da una finestra dell'università, come ho fatto oggi vedendo il tramonto su San Pietro (non in Vincoli!!!) da una biblioteca al Colosseo. Sono estraneo al mondo, al mondo vero, al mondo che corre, al mondo che cerca di sopravvivere. Ho davanti un computer, un libro, degli appunti, delle dispense. Probabilmente mi sono perso tutto il resto. Fatto sta che sono un pivello. Gli altri mi mangerebbero in testa con le loro storie.

Non dico che quello che ho fatto è sbagliato. Mi chiedo cosa porta delle persone che sono partiti bambini dallo stesso nastro di partenza a strade, esperienze, vite così diverse.

L'unica cosa che posso fare è prendere atto con umiltà di queste cose e cercare di tenerne conto, di ricordarlo sempre. E di provare a capire, non a sapere, cosa quelle storie significano nella vita di una persona.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Io penso che questa sia la vita. ognuno ha il suo destino, e il destino di ognuno ha i suoi tempi e i suoi percorsi. Non misurare la tua vita in base a quella degli altri, anche se tuoi coetanei, anche se partiti insieme dallo stesso punto; va dritto per la tua strada e non dare per escluse situazioni che non hai ancora vissuto o vorresti vivere, perchè ciò che aspettiamo spesso è dietro l'angolo...a noi decidere di andarlo a cercare o di lasciargli il tempo di trovarci.

D.

Dot ha detto...

caro D.

grazie per le belle parole...mi chiedo se potrò dirtelo anche a voce grazie o se dovrai accontentarti di leggerlo su questa misera pagina

Anonimo ha detto...

se sono servite a qualcosa sono già contenta così...

Dot ha detto...

beh, servite è una parola strana però a volte è importante che cose arcinote ci vengano ricordate..io non rinnego il percorso che ho fatto, anzi..probabilmente però mi sono perso qualcosa per strada, anche se poi dicono che la vita da sempre una seconda chance..chissà
mi fa piacere però che sei tornata da queste parti, cara D. ;)

D. ha detto...

Grazie...anche a me :)

Anonimo ha detto...

non necessariamente ti sei perso delle cose, io mi concentrerei di più sul fatto che ne hai guadagnate delle altre. le esperienze non sono più o meno importanti, sono esperienze punto e basta. diventano tanto più importanti quanto più ci spingono alla crescita ed al miglioramento delle proprie capacità.
o almeno la penso così...:)
g10